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Biondo e Petrassi alla Regione: "Adesso si cambi marcia nell'applicazione delle politiche attive del lavoro"





Agire per tempo consentirà di pianificare anche le eventuali ricollocazioni del personale trovatosi in esubero, con particolare attenzione a quei lavoratori che sono stati vittime della cattiva discrezionalità di quei Comuni che, dopo averli sfruttati per anni, non hanno proceduto alla contrattualizzazione né alla stabilizzazione, per non lasciare indietro nessuno.

Per quanto riguarda i percettori di mobilità in deroga, sono sotto gli occhi di tutti gli effetti della politica nazionale e regionale che, con improvvisi tagli ragioneristici, penalizza intere fasce di popolazione. Sono proprie queste fasce di società a pagare due volte le conseguenze per una contrazione di spesa pubblica che fa salvi gli interessi dei forti e nulla si preoccupa della sopravvivenza di chi versa in situazioni di momentanea debolezza socio-economica.

Per Santo Biondo e Gianvincenzo Petrassi, rispettivamente segretari generali della Uil e della Uil Temp Calabria, questa è una delle partite che dovrà impegnare la classe dirigente di questa Regione. Santo Biondo e Gianvincenzo Petrassi lanciano una sfida agli amministratori locali calabresi: migliorare e rendere più efficiente la spesa dei Fondi Comunitari finalizzati all’attivazione di nuovi processi di contrasto alla crisi occupazionale. In particolare, la Regione Calabria dovrà applicare concretamente politiche attive del lavoro, rilanciare il tessuto produttivo calabrese attraverso il rilancio degli investimenti pubblici e di quelli privati, a partire dalla realizzazione delle grandi infrastrutture.

I bandi in corso, ossia quello per 1000 percorsi formativi nel settore della Giustizia o quello per 627 percorsi formativi nel sistema dei Beni culturali, sono sicuramente insufficienti per far fronte alla fame atavica di posti di lavoro che attraversa la nostra Regione e, pertanto, tutte le altre azioni pensate ma ancora non attuate, devono concretizzarsi nel più breve tempo possibile.

In Calabria, in particolare, è necessario mettere in moto il normale processo di incontro fra domanda e offerta di lavoro e per farlo è indispensabile rilanciare il ruolo dei Centri per l’impiego: l’unico strumento che ha tutte le carte in regola per mettere in relazione le necessità dell’amministrazione pubblica con le richieste dei soggetti pubblici o privati che sono alla ricerca di nuove professionalità.

Soprattutto per questo chiediamo all’assessore regionale al Lavoro di rendere pubbliche le graduatorie degli avvisi pubblici attraverso i quali verranno selezionati i disoccupati o i percettori di ammortizzatori in deroga che successivamente saranno avviati ai tirocini formativi. 
Il governo regionale calabrese, dopo aver individuato i criteri discriminanti per la partecipazione all’avviso pubblico, produca uno sforzo ulteriore finalizzato a rendere pubblico il sistema di selezione.
 L’ultimo punto di rottura con il passato per il sindacato sarebbe quello di rendere fattivamente e facilmente consultabile all’esterno tutta l’operazione. Seguire questa prassi servirebbe per dare corso ad una nuova azione capace di evitare polemiche e mettere tutto al riparo da facili retropensieri.
 E’ chiaro, infine, che queste buone pratiche debbano trovare riscontro e applicazione in tutti i bandi regionali finalizzati all’applicazione delle politiche attive per il lavoro.

Dobbiamo dare una forte accelerata sia alla programmazione sia alla realizzazione di quelle misure di sostegno alla povertà e di inclusione attiva che già altrove in Italia, trovano già prime forme di sperimentazione.

In Calabria è indispensabile abbandonare la logica delle politiche passive e abbracciare quella delle politiche attive del lavoro, ma ciò ha un senso se gli interventi pianificati giungono ai beneficiari in maniera tempestiva, per colmare immediatamente i solchi dell’indigenza e della fragilità sociale.

Tutto ciò, ribadiamo, deve essere realizzato in una cornice di assolute legalità e trasparenza, riducendo al massimo la discrezionalità del sistema di selezioni in modo da superare le antiche logiche, purtroppo ancora radicate in Calabria.

Risposte veloci alla profonda crisi di lavoro e riconoscimento del merito, sono due assi portanti su cui poggiare un’azione politica giusta ed equa per un autentico riscatto sociale di tanti calabresi.

Santo Biondo, Segretario generale della Uil Calabria
Gianvincenzo Benito Petrassi, Segretario generale Uil Temp Calabria