I sindacati che hanno aderti al meeting, infatti, si sono impegnati a guardare alla questione migratoria non più e non solo con un approccio basato sulla sicurezza, ma puntando ad una vera inclusione economica, sociale e culturale di quelle popolazioni costrette all'esodo dai loro territori di origine. L'accordo di Lampedusa ha messo un tratto di evidenziatore sulla necessità di addivenire a forme di accoglienza intelligente e solidale. Per realizzare tutto questo, i sindacati che si sono ritrovati sull'isola hanno deciso di chiedere all'Unione europea l'istituzione di un fondo che trovi alimento in risorse derivanti da forme di "solidarietà fiscale" da parte di tutti gli Stati membri. Il sindacato che esce da Lampedusa è un'organizzazione che sceglie di aprirsi ancora di più ai migranti, di diventare per loro un momento di crescita formativa ed un luogo di interscambio culturale.
L'appuntamento odierno vuole essere solo l'inizio di un percorso. I Sindacati firmatari, infatti, daranno continuità al Meeting odierno istituendo un Comitato permanente di monitoraggio e analisi del fenomeno migratorio e delle sue implicazioni per lo sviluppo e il lavoro, coinvolgendo in questo progetto tutti gli altri sindacati dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, organizzando, a turno, una volta l'anno, eventi analoghi nei loro territori nazionali.
"Non c’è solidarietà senza accoglienza - ha dichiarato il Segretario generale, Carmelo Barbagallo - e la UIL ha ritrovato in Lampedusa gli stessi valori della solidarietà che ha nel proprio DNA. Partiamo da qui, con i sindacati del Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto, Palestina, Israele per un progetto di cooperazione con quegli stessi paesi da cui i migranti sono costretti a fuggire per i conflitti, la povertà e la fame. Il sindacato può e deve assumersi le proprie responsabilità, svolgendo il ruolo di pacificazione e di sviluppo economico. Non si possono sperperare risorse per la costruzione di muri e barriere - ha concluso il leader della Uil - ma bisogna puntare sulla cooperazione, la partecipazione e l'inclusione. Solo così cominceremo ad aprire una nuova strada per la pace, la coesione e il lavoro nel mondo"