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La stabilizzazione dei precari deve essere l'obiettivo primario della Regione Calabria. Sarebbe un vero piano occupazionale

Ad oggi non è chiara la visione strategica dell’amministrazione regionale su questo tema di cui, malgrado la grande importanza, non si è fatto cenno nella discussione del recente “Cantiere Calabria”. Poco si sa su come la regione intende affrontare questa delicata problematica. Poco si sa su come il Governo nazionale intenda approcciarsi alla risoluzione di questa vertenza. Le nostre richieste di incontro sono cadute nel vuoto. Per noi questi lavoratori precari rappresentano una risorsa importante per la Calabria, sono determinanti per rendere finalmente efficiente la macchina burocratica regionale.

Credevamo che la stabilizzazione degli Lsu e degli Lpu calabresi fosse la conclusione naturale di un percorso impervio, fatto di continui rinvii e prolungate sofferenze. Siamo costretti a ricrederci e siamo altresì convinti che, su un tema così importante per il futuro di questa regione, sia necessario ritrovare la massima unità di intenti nel Sindacato e nelle forze che, da tempo, sostengono questa vertenza. Le stesse che nel passato hanno permesso di realizzare la contrattualizzazione di questi lavoratori e lavoratrici calabresi. Se così non fosse, lo ripetiamo, attiveremo, con chi ci sta, tutte le iniziative e le mobilitazioni possibili per dare risposte vere e risolutive.

I tempi stringono. A pochi mesi dalla scadenza del 31 dicembre, è davvero inaccettabile che ancora non si sappia nulla sul futuro dei lavoratori ex Lsu/Lpu della Calabria. Ad oggi, purtroppo, non è stata fissata la data per l’avvio di quel tavolo romano, con il

Governo nazionale, promesso dal presidente della Giunta Oliverio e dall’assessore al Lavoro Roccisano in occasione di una importante manifestazione dei lavoratori precari presso la Cittadella regionale.

Occorre che il Governo Nazionale approvi le deroghe alla normativa vigente e preveda un incentivo alla stabilizzazione che aiuti gli enti utilizzatori a sostenere le stabilizzazioni. Questi provvedimenti, unitamente al prepensionamento per i più anziani ed alla redistribuzione del bacino negli enti limitrofi, oltre che negli enti ministeriali o sub-regionali del territorio calabrese, renderebbero concretizzabile la definitiva stabilizzazione di questi lavoratori.  

Ribadiamo, infine, che una vertenza di questa portata ha bisogno non solo di una azione unitaria e forte del sindacato ma anche di un impegno delle istituzioni locali e dell’intera delegazione parlamentare, per sanare una ingiustizia e ridare quella dignità negata da troppo tempo. 

Santo Biondo, Segretario generale Uil Calabria
Gianvincenzo Petrassi, Segretario regionale Uiltemp