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Porto Gioia Tauro


La gestione coerente del porto di Gioia Tauro deve essere il fulcro di una politica infrastrutturale moderna ed efficace che, senza perdere di vista le specificità dell’hub portuale gioiese, si muova nel solco delle normative di settore e guardi senza soggezione al contesto europeo. Oggi più che mai è urgente una strategia governativa che sia in grado di proiettare Gioia Tauro nel suo mercato di riferimento e, allo stesso tempo, di offrire allo scalo reggino gli strumenti normativi, le regole fiscali e le politiche del lavoro utili a reggere il confronto con i competitor europei e mondiali.
Come fare quindi? Serve affrontare e risolvere il problema in maniera strutturale. Occorre fare di Gioia Tauro un territorio delimitato in cui, accanto al porto, possano nascere e svilupparsi iniziative economiche di natura logistico-distributiva e industriale.
La Uil calabrese è pronta a condividere le proprie idee con il Governo nazionale e le istituzioni locali. Questa organizzazione sindacale è convinta, intanto, che sia necessario preservare la leadership del porto nel core business del transhipment; che sia determinante per il rilancio produttivo dello scalo la realizzazione di un sistema intermodale eccellente che faccia del gateway ferroviario il suo punto di forza e non quello di debolezza e che sia non più rinviabile creare a Gioia Tauro le condizioni per l’insediamento nell’area di nuove iniziative imprenditoriali nazionali ed internazionali.
In questo contesto, è convinzione della Uil calabrese che la realizzazione dell’Alta velocità ferroviaria sia essenziale per accelerare la competitività del porto e, attraverso quest’ultimo, dell’intera Calabria. Questo sindacato, che da sempre si batte per la messa in soffitta della politica dei finanziamenti a pioggia e a fondo perduto, è consapevole che un’attenta riprogrammazione dei fondi Por 2014-2020, finalizzando una parte di questi alla costruzione della nuova linea ferrata in Calabria, sia una leva necessaria per adeguarla agli standard europei e dare agli investitori un’idea diversa – moderna ed efficiente – di una terra in perenne difficoltà.
La Uil calabrese è convinta che bisogna chiudere le porte ai “prenditori” che hanno saccheggiato le provvidenze della Legge 488/92 trasformandole in benefici personali. Oggi più che mai è forte la necessità di costruire il futuro dell’area portuale, dentro la quale l’unica azienda che ha ancora i cancelli aperti e quella di Nino De Masi. Ragionando sul futuro di Gioia Tauro, anche davanti alla prospettiva della Zes, per la Uil è di fondamentale importanza aprire il confronto sull’azienda De Masi e sulla battaglia che questo imprenditore sta portando avanti da anni. Alla politica e alle istituzioni locali chiediamo di fare uno sforzo coraggioso al fine di sostenere questa sfida la quale ha come base un piano industriale, che se opportunamente sostenuto, potrebbe essere capace di consolidare le attuali posizioni lavoratori e creare nuova occupazione.
Se il futuro governo regionale non sarà in grado di programmare la spesa dei fondi europei per perseguire lo sviluppo della Calabria per la Uil è determinante che a ciò provveda lo Stato applicando, come prevede il decreto Sblocca Italia, i poteri sostitutivi sottraendo, di fatto, alla Regione la gestione dei finanziamenti europei. L’incapacità a programmare lo sviluppo della Calabria da parte della classe politica meridionale non può e non deve diventare un alibi per il Governo e la politica nazionale e trasformarsi nell’ennesimo ritardo strutturale da far ricadere sulle spalle già deboli dei cittadini calabresi. A chi sarà chiamato ad amministrare la cosa pubblica in Calabria, poi, spetterà il compito di rendere efficaci e produttive le provvidenze previste dall’Accordo di programma quadro su Gioia Tauro, trasformando una chimera in un’infrastruttura produttiva e di supporto alla crescita economica del porto e del territorio.
Ma questo da solo non basta. Una parte importante la deve giocare anche il Governo rimodulando le scelte del decreto Sblocca Italia al fine di mettere dei fondi a disposizione non solo dell’ammodernamento ma anche della realizzazione di nuovi tratti ferroviari ad alta velocità. Roma, poi, deve essere in grado di riportare l’attenzione di Ferrovie dello Stato e di Rete ferroviaria italiana sulla Calabria. Queste due grandi aziende, infatti, da troppo tempo stanno riducendo la propria presenza e azzerando i propri servizi. Ora è tempo, invece, che Fs e Rfi tornino a investire nella nostra regione.
Al Premier Renzi e al suo Governo, poi, chiediamo un impegno preciso per la rapida creazione della Zona economica speciale a Gioia Tauro. La formale definizione della Zes, infatti, può rappresentare la leva di sviluppo per il porto gioiese e per l’intera regione. Oggi non è più accettabile sentirsi rispondere che le normative europee in materia rappresentano degli ostacoli insormontabili, dei vincoli insuperabili. Le esperienze di Grecia, Portogallo e Lettonia ci offrono un quadro diverso dei rapporti fra le nazioni e la Commissione europea, ci dicono che è possibile applicare ad aree economicamente depresse provvedimenti di vantaggio dal punto di vista legislativo e fiscale. La politica non può più nascondersi. La creazione di questo strumento deve trasformarsi in una realtà per consentire un rapido e virtuoso percorso di industrializzazione.


Il Segretario Generale Uiltrasporti Calabria                    Il Segretario Generale Uil Calabria
               Giuseppe Rizzo                                                       Santo Biondo