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Riforme

 

La Calabria, che si muove sull’orlo del baratro economico, è un territorio in cui la tensione sociale crescente rischia di deflagrare e mettere in risalto i ritardi e le difficoltà di una giunta regionale che, questo è innegabile, ha raccolto un testimone pesante ma che, sino ad oggi, non è riuscita ad imprimere quell’inversione di tendenza, al tanto atteso cammino delle riforme regionali, da noi più volte richiesto in questi primi mesi della decima legislatura regionale.

In questo contesto, avvelenato dalle stime di un’economia che non riesce ad uscire dalle secche della crisi e dal deficit occupazionale che grava sul futuro della Calabria, la Uil è convinta che la giunta regionale, il suo presidente, non possano più rinviare l’avvio del percorso riformatore sperato, nel quale il metodo di confronto/lavoro, con le forze sociali, in questa fase, è aspetto di fondamentale importanza, per la crescita e la programmazione del territorio.

In questo contesto, la Uil Calabria è sicura che l’unico strumento utile per non sbagliare il percorso di ripartenza è quello del confronto con le parti sociali e dell’ampio consenso su questioni dirimenti per il futuro della nostra regione. Solo così si possono evitare gli errori del passato, quegli sbagli che a titolo di esempio hanno paralizzato la nuova azienda di forestazione regionale o ritardato l’accorpamento delle Aree di sviluppo industriale.

Intanto, serve rendere efficiente la spesa pubblica regionale, eliminando, in discontinuità con il passato, i poltronifici, creati all’ interno delle tante società e fondazioni che gravano sul bilancio regionale. Sulle società partecipate è arrivato il momento di fare una operazione verità, senza preconcetti, ma obiettiva sullo stato dell’arte, da presentare ai cittadini calabresi.

La Calabria ha bisogno di riforme strutturali che siano in grado di tagliare gli sprechi, rendere efficiente l’azione dell’amministrazione regionale, creare sviluppo attraverso un’attenta programmazione dei fondi strutturali, il corretto utilizzo delle altre fonti di entrata economica e lo studio – solo per fare alcuni esempi - di politiche industriali, energetiche, sanitarie, di legalità e dei trasporti che siano in grado di smuovere lo stallo in cui si trova il nostro territorio. Massima attenzione va posta, inoltre, agli effetti venuti furori  dalla riforma  Del Rio, che ha prodotto un caos amministrativo pagato dai lavoratori e dai cittadini.

Il progetto “Garanzia giovani”, da solo, non può risolvere la destrutturazione del mercato del lavoro regionale, serve una riforma complessiva e di sistema che sviluppi occupazione, attraverso servizi per il lavoro efficienti, programmi di politiche attive allineati ai fabbisogni del mondo dell’impresa, investimenti pubblici e privati e misure di contrasto alla povertà e al lavoro nero.

I calabresi hanno bisogno di una sanità pubblica adeguata che risponda alle necessità dei cittadini offrendo servizi moderni ed efficienti e che, di contro, non sia il miglior alleato delle strutture private o lo stimolo alla costante emigrazione sanitaria dei calabresi verso gli ospedali del nord Italia. Si riduca la forbice fra i servizi peggiori della nazione e il peso dell’Irpef più alta della penisola. L’idea di creare un’unica Azienda sanitaria regionale – pur se valido come concetto di fondo – rischia di non essere risolutiva, in una regione come la nostra, dove prima bisognerebbe fare funzionare il servizio sanitario regionale esistente.

Sul trasporto regionale, occorre aprire il confronto, partendo dall’analizzare i documenti prodotti negli anni dalla regione e dalla comunità europea e già vagliati dal sindacato, per giungere alla stesura del Piano Regionale dei Trasporti, affinché anche la Calabria possa realizzare nel settore una programmazione mai avuta. Occorre stabilire tempi certi, sulla presentazione del documento, da parte della commissione tecnica istituita dalla regione.

Sul sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti e della depurazione, serve un cambio di passo rispetto al passato per aprire, mediante il confronto con il sindacato e gli attori coinvolti, una nuova fase di riforma e di programmazione del settore, dal quale se organizzato, potrebbero derivare risorse per le dissanguate casse regionale.

I temi sul tappeto sono tanti e di non facile risoluzione. Si riprenda il confronto istituzionale e nel farlo non si adotti lo stesso metodo, utilizzato nella “discussione “ sul bilancio regionale. La Calabria è davanti alla partita della vita.

                                                                                                                                    Il Segretario Generale

                                                                                                                                             Santo Biondo